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Osservatorio CNA in linea con i dati della Provincia. Artigianato, occupazione "congelata" dal divieto di licenziamento. Senza ripartenza, si perderanno posti. Corrarati: "Non solo ristori, serve il rilancio"

“L’occupazione dei settori produttivi altoatesini, in particolare dell’artigianato, non è crollata solo perché è stata congelata dal divieto di licenziamento e dalle misure di sostegno al reddito, attraverso il Fondo di solidarietà bilaterale dell’artigianato. La perdita di oltre 20.500 posti di lavoro rispetto a gennaio 2020, però, quasi tutti nei comparti del turismo, della ristorazione, ma anche commercio, impianti di risalita, trasporti di persone e altre attività bloccate dalla pandemia”. Lo afferma Claudio Corrarati, presidente di CNA-SHV, commentando i dati dell’Osservatorio provinciale del Mercato del lavoro diffusi ieri.

La flessione tutto sommato contenuta (tra -0,5 e -2%) di manifatturiero, edilizia, servizi è legata al ricorso agli ammortizzatori sociali e al divieto di licenziamento, il quale dura ininterrottamente da marzo 2020. Un’interpretazione avvalorata dall’Osservatorio lavoro della CNA, anch'esso pubblkicato ieri: “Nel 2020 non si è salvato dalle conseguenze socio-economiche della emergenza sanitaria nemmeno il lavoro artigiano – spiega la CNA - sono poco meno di 5mila le imprese artigiane (per la precisione 4.783) che mancano a fine dicembre 2020 allo stock del 2019 e 12mila i dipendenti rimasti senza lavoro in tutta Italia.

“Nonostante la diminuzione complessiva, l’artigianato – rileva il presidente Corrarati - ha sostanzialmente resistito allo tsunami Covid-19, registrando un calo dello 0,3% dopo quattro anni di crescita ininterrotta, superiore al 2,5% annuo. Naturalmente questo dato è influenzato dalle misure a sostegno del reddito e a difesa dell’occupazione, quali cassa integrazione e divieto di licenziamento. Il combinato disposto di crisi economica e misure di sostegno all’occupazione ha determinato una brusca interruzione nell’avvicendamento sui posti di lavoro. Nel 2020 i tassi di assunzione e di cessazione sono stati i più bassi degli ultimi quattro anni. In entrata e in uscita, insomma, le posizioni permanenti sono rimaste congelate. Una situazione pericolosamente sospesa che potrà volgere al meglio a condizione che, nei prossimi mesi, si realizzi su una solida ripresa della domanda, possibile solo con il successo della campagna vaccinale e il rilancio dell’economia. Al contrario, tanti artigiani e piccole imprese si troverebbero nella dolorosa condizione di dover ridurre gli organici, se non addirittura di essere costretti a cessare la stessa attività”.

“In quest’ottica – conclude Corrarati – ci aspettiamo che il 5 marzo la Giunta provinciale presenti un Pacchetto Alto Adige fatto non solo di contributi a fondo perduto e sostegno al reddito, ma anche misure per far ripartire l’economia”.